L’olio fa turismo: “oro verde” portabandiera del Made in Italy

L’oleoturismo è stato riconosciuto a tutti gli effetti, l’altro grande polo identirario dell’agroalimentare italico
di Eugenio Mercuri
L’ulivo e l’olio hanno un ruolo fondamentale nell’economia di un territorio e dal 1° gennaio 2020, arriva una importante novità in questo settore.
Il turismo dell’olio ha infatti la sua legge. Nei fatti è stato approvato un emendamento, con la legge di bilancio 2020, che ha istituito e riconosciuto l’oleoturismo”.
L’emendamento, al quale ha lavorato a lungo il senatore pugliese Dario Stefàno, punta a rafforzare il settore del turismo enogastronomico, ormai considerato asset strategico per la promozione del Made in Italy e dei territori attraverso la valorizzazione di uno dei prodotti più identitari del patrimonio agroalimentare italiano.
Nell’emendamento ci sono tre commi che normano per la prima volta l’oleoturismo, termine con cui si indicano, come recita il 5-octies “tutte le attività di conoscenza dell’olio d’oliva espletate nel luogo di produzione, le visite nei luoghi di coltura, di produzione o di esposizione degli strumenti utili alla coltivazione dell’ulivo, la degustazione e la commercializzazione delle produzioni aziendali dell’olio d’oliva, anche in abbinamento ad alimenti, le iniziative a carattere didattico e ricreativo nell’ambito dei luoghi di coltivazione e produzione”.
L’olio di oliva non è solo un prodotto agroalimentare, ma la rappresentazione gustativa, olfattiva e culturale in senso lato del territorio nel quale è stato ottenuto. È una definizione nuova, che sottende l’equiparazione dell’oleoturismo all’enoturismo
Tanto abbondante, quanto fragile. Parliamo dell’oro verde, l’olio extravergine d’oliva, rappresentante assoluto della decantata dieta mediterranea. Conosciuto dagli armeni, dagli egiziani e amato dai romani, che ne esaltavano le qualità e ne documentano i migliori metodi di produzione e conservazione. L’olio di oliva è un prodotto nobile, apprezzato e consumato nella dieta mediterranea. La stessa dieta che, dal 2010, appartiene alla lista dei beni protetti come Patrimonio immateriale dell’umanità dall’UNESCO.
I benefici sull’organismo dati dalla composizione dell’olio d’oliva sono molteplici, secondo la Fondazione Dieta Mediterranea: l’olio d’oliva è facilmente digeribile, riduce il rischio cardiovascolare, è salutare per stomaco e pancreas, alleato delle ossa e possiede proprietà antiossidanti e antinfiammatorie date dai polifenoli contenuti al suo interno. Un vero e proprio “succo di benessere”, talmente apprezzato da essere utilizzato come ingrediente principale in linee di cosmetica.
La Calabria seconda produttrice italiana di olio extravergine di Oliva, con le sue Dop, con il suo IGP e con le sue produzioni biologiche e con le sue 33 varietà, potrebbe fare del olio turismo un suo punto di forza, ridare a questo settore dell’agricoltura calabrese nuova linfa.
Dalla partecipazione alla raccolta delle olive alle visite guidate in frantoio per conoscere le fasi del ciclo produttivo dell’olio, passando per le degustazioni, i corsi di assaggio e di cucina, i laboratori per famiglie e bambini, le cene a tema, le camminate e i pic-nic e ogni genere di evento che ha come protagonista l’extravergine di oliva, alimento principe della dieta mediterranea di cui la Calabria possiede una legge regionale. Una raccolta di esperienze indimenticabili e spesso all’avanguardia, create per il turista appassionato di olio e tutte da vivere, attraverso le quali si intende promuovere il paesaggio e il prodotto, in un mix indissolubile che lega la cultura dell’olio all’identità della terra e della gente che lo produce.